Calcolo dello stipendio, dal lordo al netto in busta paga: guida completa e aggiornata al 2023 (2024)

Come fare il calcolo dello stipendio netto partendo dal lordo in busta paga mensile alla luce dell’ultima Riforma IRPEF su aliquote e scaglioni e detrazioni per figli a carico, da lavoro dipendente e del nuovo assegno unico. Il netto in busta paga rappresenta senza ombra di dubbio l’elemento del cedolino che ogni lavoratore esamina con particolare interesse ogni mese.

La somma in questione altro non è che il risultato di una serie di operazioni che coinvolgono la retribuzione lorda RAL (rappresentata dagli elementi in denaro, oltre ad eventuali beni e servizi, riconosciuti dal datore di lavoro in forza di disposizioni di legge, contratto collettivo o accordi territoriali / aziendali / individuali) e le trattenute per contributi previdenziali (destinati a finanziare soprattutto la futura pensione e il welfare) e tassazione IRPEF (dal momento che i compensi riconosciuti dall’azienda rappresentano redditi per il lavoratore).

Analizziamo quindi in dettaglio le operazioni necessarie per ottenere il netto in busta paga da pagare partendo dalla retribuzione lorda.

Indice dei contenuti

  • Calcolo stipendio mensile, dal lordo RAL al netto in busta paga
  • Calcolo stipendio netto 2023: un esempio pratico di busta paga
  • Busta paga cosa cambia da marzo 2022 in poi: ecco a cosa stare attenti
  • Esempio busta paga
  • Busta paga: ulteriori approfondimenti

Calcolo stipendio mensile, dal lordo RAL al netto in busta paga

Il primo passaggio è individuare la retribuzione lorda RAL da cui prelevare gli importi a titolo di contributi e tasse. In tal senso si parla di “imponibile INPS” ed “imponibile IRPEF” proprio per indicare le somme su cui applicare (in percentuale) le aliquote contributive e gli scaglioni d’imposta. Il saldo finale corrisponderà infatti al compenso netto da pagare al dipendente.

Nel concetto di retribuzione lorda rientrano:

  • la retribuzione della prestazione di lavoro svolta,
  • assenze retribuite per malattia, ferie, permessi ecc.
  • assenze per sospensione o diminuzione dei lavori (ammortizzatori sociali, Cassa Integrazione ecc.)
  • ratei e mensilità aggiuntive
  • altre indennità

Sono poi previste regole particolari a livello contributivo e fiscale per quanto riguarda altri importi, beni o servizi riconosciuti al lavoratore:

  • Premi di risultato;
  • Erogazioni liberali, fringe benefits, welfare aziendale ed in generale la categoria delle retribuzioni in natura;
  • Compensi legati a trasferte o trasferimenti;
  • Compensi erogati da terzi;
  • Mance;
  • Corrispettivi per rinunce e transazioni;
  • Patto di non concorrenza erogato alla cessazione del rapporto o successivamente;
  • Risarcimento danni;
  • Indennità collegate alla cessazione del rapporto (quali TFR, indennità sostitutiva del preavviso ed incentivi all’esodo).

Ora passiamo a vedere gli elementi che vanno a diminuire in un modo o nell’altro la retribuzione lorda, per arrivare così al netto in busta paga. Parliamo in particolare dei contributi INPS (in particolare quelli a carico del dipendente) e dell’IRPEF che viene trattenuta e versata all’Erario dal Sostituto d’imposta una volta applicate le detrazioni e aggiunte le addizionali regionali e comunali (ove dovute).

Leggi anche: Busta paga da marzo 2022, ecco come cambia con assegno unico e nuove detrazioni per figli a carico

Calcolo stipendio netto, i contributi INPS

Eccezion fatta per le somme esenti da contribuzione (si pensi alle indennità di malattia, maternità, infortunio sul lavoro riconosciute da INPS / INAIL), l’imponibile INPS è pari alla retribuzione lorda e rappresenta, come anticipato, l’elemento su cui calcolare:

  • Contributi previdenziali a carico del dipendente;
  • Contributi previdenziali a carico del datore di lavoro.

Entrambi gli importi sono versati, sotto la responsabilità dell’azienda, con modello F24. I primi, tuttavia, vengono trattenuti sulle competenze (retribuzione lorda) riconosciute al lavoratore, nell’ambito del diritto di rivalsa riconosciuto al datore di lavoro.

Prima di procedere al calcolo dei contributi conto dipendente è necessario arrotondare la retribuzione imponibile all’unità di euro per eccesso o per difetto, a seconda che si tratti di una frazione inferiore o pari / superiore a 50 centesimi.

Una volta arrotondata la retribuzione, sulla stessa dev’essere applicata l’aliquota – base pari al 9,19% (5,84% per gli apprendisti) destinata al Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), eventualmente maggiorata per le aziende soggette a Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) o Fondo di Integrazione Salariale (FIS).

Esempio calcolo contributi INPS in busta paga

Ipotizziamo che il dipendente Caio abbia a febbraio 2022 una retribuzione lorda composta da paga base, contingenza, superminimi e straordinario notturno pari ad euro 1.850,32.

L’imponibile previdenziale (arrotondato) sarà pari ad euro 1.850,00 su cui applicare la trattenuta per contributi INPS carico dipendente calcolata grazie all’aliquota – base del 9,19% cui si aggiunge lo 0,30% in quanto l’azienda di Caio è destinataria della CIGS:

==> 1.850,00 * 9,49% = 175,57 euro.

DescrizioneCompetenzaTrattenutaFigurativa
Retribuzione lorda1.850,32
Imponibile INPS1.850,00
Contributi INPS c/lav.175,57

Calcolo stipendio netto, IRPEF lorda

La tassazione sui redditi di lavoro dipendente è rappresentata dall’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), calcolata applicando aliquote percentuali differenti a seconda dell’ammontare del cosiddetto “imponibile IRPEF”.

Quest’ultimo, a differenza dell’imponibile INPS, è pari al reddito in denaro ed in natura erogato dal datore di lavoro, al netto di:

  • Contributi previdenziali ed assistenziali versati in ottemperanza di disposizioni di legge;
  • Oneri deducibili.

Pertanto, ai fini fiscali la retribuzione imponibile è pari a:

==> Retribuzione lorda – contributi INPS c/lavoratore = retribuzione imponibile IRPEF.

Dal momento che il periodo di paga è di norma mensile, gli scaglioni vigenti dal 1° gennaio 2022 (a seguito delle modifiche operate dalla Manovra 2022 approvata con Legge 30 dicembre 2021 numero 234) in base ai quali calcolare la tassazione lorda sono i seguenti:

Reddito mensile oltre eurofino a euroAliquota %
01.250,0023
1.250,012.333,3325
2.333,344.166,6635
4.166,67/43

Esempio calcolo IRPEF lorda in busta paga

Tornando all’esempio di Caio, la retribuzione imponibile IRPEF sarà pari a:

==> 1.850,32 (retribuzione lorda) – 175,57 (contributi INPS a carico del lavoratore) = 1.674,75 euro

A questo punto calcoliamo l’IRPEF lorda applicando, in base agli scaglioni mensili:

  • L’aliquota del 23% su 1.250,00 euro corrispondente a 1.250,00 * 23% = 287,50 euro;
  • L’aliquota del 25% sulla differenza tra 1.674,75 e 1.250,01 euro, pari a 424,74 * 25% = 106,19 euro;

per un’IRPEF lorda complessivamente di 287,50 + 106,19 = 393,69 euro.

DescrizioneCompetenzaTrattenutaFigurativa
Retribuzione lorda1.850,32
Imponibile INPS1.850,00
Contributi INPS c/lav.175,57
Imponibile IRPEF1.674,75
IRPEF lorda393,69

Detrazioni da lavoro dipendente e per carichi familiari

La funzione delle detrazioni d’imposta è quella di abbattere l’IRPEF lorda in misura differente a seconda del reddito complessivo ai fini fiscali del contribuente.

Scopo delle principali detrazioni che impattano sul calcolo della busta paga è quello di diminuire le trattenute nei confronti del lavoratore in ragione dei costi che quest’ultimo sostiene per:

  • Recarsi al lavoro, è il caso delle detrazioni per coloro che producono uno o più redditi da lavoro dipendente o assimilati;
  • Mantenere i familiari a carico (coniuge, figli ed altri familiari), è il caso delle omonime detrazioni.

Le prime, a seguito delle modifiche apportate dalla citata Manovra 2022, a decorrere dallo scorso 1° gennaio corrispondono a:

Reddito complessivo (RC)Detrazione
Non superiore a 15.000,00 euro1.880,00
Superiore a 15.000,00 ma non eccedente i 28.000,00 euro1.910 + [1.190 * (28.000 – RC) / 13.000,00]
Superiore a 28.000,00 ma non eccedente i 50.000,00 euro1.910 * [(50.000,00 – RC) / 22.000,00]
Oltre 50.000,00 euro0

Dal momento che il reddito complessivo è noto soltanto al termine del periodo d’imposta, il datore di lavoro, in ogni singolo mese, simula quello che sarà l’ammontare annuo delle somme percepite dal contribuente e, sulla base di questo, calcola l’importo delle detrazioni.

Tra le metodologie che si possono utilizzare per la simulazione c’è quella di moltiplicare l’imponibile fiscale del mese per il totale delle mensilità di retribuzione spettanti nell’anno (ad esempio tredici o addirittura quattordici in caso di riconoscimento della quattordicesima mensilità).

Esempio detrazioni in busta paga

Caio non ha familiari a carico ma ha diritto alle detrazioni da lavoro dipendente. Moltiplicando l’imponibile IRPEF del mese per tredici mensilità otteniamo:

==> 1.674,75 * 13 = 21.771,75 euro.

A questo punto non resta che calcolare la detrazione annua e, successivamente, riproporzionarla per i giorni di calendario del periodo di paga in cui è maturato il reddito (nel nostro caso pari a 28 trattandosi di febbraio 2022):

==> 1.910 + [1.190 * (28.000 – 21.771,75) / 13.000,00] = 2.480,01 euro.

==> (2.480,01 / 365) * 28 = 190,12 euro.

L’importo ottenuto ha lo scopo di diminuire l’IRPEF lorda ottenendo così la trattenute fiscale netta corrispondente a:

==> 393,69 – 190,12 = 203,57 euro.

DescrizioneCompetenzaTrattenutaFigurativa
Retribuzione lorda1.850,32
Imponibile INPS1.850,00
Contributi INPS c/lav.175,57
Imponibile IRPEF1.674,75
IRPEF lorda393,69
Detrazione lavoro dipendente190,12
IRPEF netta203,57

Ulteriori elementi fiscali

Dal punto di vista fiscale, prima di calcolare il netto in busta paga, possono presentarsi altri istituti in grado di condizionarne l’importo.

Si pensi ad esempio a:

  • Trattenute per addizionali regionali e comunali;
  • Credito d’imposta (in competenza) a titolo di trattamento integrativo (importo netto).

Calcolo stipendio netto 2023: un esempio pratico di busta paga

Per ottenere l’importo del netto da pagare al dipendente è sufficiente la seguente operazione:

Retribuzione lorda – contributi previdenziali c/dipendente – IRPEF netta – eventuali addizionali regionali e comunali + eventuale trattamento integrativo = netto.

Simulazione

Avendo ormai tutti gli elementi a disposizione calcoliamo il netto da pagare a Caio a titolo di retribuzione di febbraio 2022.

DescrizioneCompetenzaTrattenutaFigurativa
Retribuzione lorda1.850,32
Imponibile INPS1.850,00
Contributi INPS c/lav.175,57
Imponibile IRPEF1.674,75
IRPEF lorda393,69
Detrazione lavoro dipendente190,12
IRPEF netta203,57
Netto1.471,18

Busta paga cosa cambia da marzo 2022 in poi: ecco a cosa stare attenti

Ecco cosa cambia con l’entrata in vigore dell’Assegno Unico e gli altri cambiamenti su IRPEF e detrazioni.

Busta paga marzo 2022 cosa cambia con l’introduzione dell’Assegno Unico dal 1° marzo e in parallelo, l’abrogazione di una serie di misure economiche a sostegno delle famiglie con figli: dalle detrazioni fiscali per i figli a carico, passando per gli ANF, sino ad arrivare alle agevolazioni per chi ha almeno quattro figli a carico. Sono numerosi gli importi che scompariranno dalle buste paga dei lavoratori a partire da quella di competenza del mese di marzo.

Per capire lo spartiacque tra la situazione sino al 28 febbraio 2022 e quanto accadrà nei cedolini dal 1° marzo analizzeremo il D. Lgs 230/2021 in cui all’articolo 10 sono descritte le misure abrogate o modificate a seguito dell’introduzione del sussidio, senza dimenticare i chiarimenti forniti da INPS (Circolare del 9 febbraio 2022 numero 23) ed Agenzia Entrate (Circolare del 18 febbraio 2022 numero 4/E).

La nostra trattazione si concluderà poi con un esempio pratico di busta paga per saggiare, in concreto, quanto e come cambieranno i soldi in tasca ai dipendenti.

Busta paga da marzo 2022 cosa cambia: stop agli assegni familiari in busta paga

Assegni familiari in busta paga, dopo il 28 febbraio 2022 il lavoratore non li troverà più! Per espressa previsione dell’articolo 10 comma 3 di cui al D.Lgs. n. 230/2021, dal 1° marzo 2022 cessano di essere riconosciute, limitatamente ai nuclei familiari con figli ed orfanili, gli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF), disciplinati dall’articolo 2 del Decreto Legge 13 marzo 1988 numero 69 (convertito in Legge 13 maggio 1988 numero 153) e dall’articolo 4 del Testo Unico delle norme concernenti gli assegni familiari (D.P.R. 30 maggio 1955 numero 797).

Ne consegue che, per l’anno corrente, gli assegni familiari spetteranno sino al 28 febbraio 2022. Ci riferiamo in particolare alle domande di ANF relative al periodo 1° luglio 2021 – 30 giugno 2022, i cui importi sono stati calcolati in base alle tabelle pubblicate dall’INPS con il Messaggio del 17 giugno 2021 numero 2331.

Continueranno invece ad essere riconosciuti (come anticipo in busta paga o dietro pagamento diretto dell’INPS) gli ANF:

  • Riconosciuti a nuclei senza figli ed orfanili;
  • Arretrati relativi a periodi anteriori il 1° marzo 2022.

Stop alle maggiorazione ANF

In parallelo rispetto al tramonto degli ANF viaggia anche la maggiorazione temporanea, introdotta inizialmente dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021 (a norma del Decreto Legge 8 giugno 2021 numero 79) proprio come misura – ponte in attesa dell’avvio dell’Assegno Unico, successivamente prorogata per i mesi di gennaio e febbraio 2022.

Pertanto, dal 1° marzo 2022 scompariranno dalle buste paga anche le somme in parola, pari a:

  • 37,50 euro mensili per ciascun figlio, in favore dei nuclei con un numero di figli pari o inferiore a due;
  • 55,00 euro mensili per ciascun figlio, nei confronti delle famiglie con almeno tre figli.

Calcolo detrazioni figli a carico: stop alle detrazioni per figli fino a 21 anni

Come cambiano le detrazioni figli a carico in busta paga? Il citato Decreto Legislativo numero 230 dispone (articolo 10 comma 4) dal 1° marzo 2022 il riconoscimento delle detrazioni figli a carico maggiorenni, ovvero per i figli di età pari o superiore a 21 anni.

La modifica è giustificata dal fatto che l’Assegno Unico spetta anche per i figli maggiorenni a carico (fino al compimento dei 21 anni di età) in una delle seguenti condizioni:

  • Frequentano un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
  • Sono impegnati in un tirocinio ovvero un’attività lavorativa, da cui deriva un reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui;
  • Sono registrati come disoccupati ed in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • Svolgono il servizio civile universale.

Di conseguenza, dal 1° marzo 2022, come dettagliato anche dalla Circolare Agenzia delle Entrate del 18 febbraio 2022 numero 4:

  • Cessano di avere efficacia le detrazioni per figli a carico minori di 21 anni, incluse le maggiorazioni per figli minori di tre anni e per figli con disabilità;
  • E’ abrogata la detrazione per famiglie numerose (in presenza di almeno quattro figli) pari a 1.200,00 euro complessivi.

Detrazioni per familiari a carico

Sotto quest’ultimo aspetto è bene precisare che:

  • Con riferimento alle detrazioni per carichi di famiglia, fino alla fine di febbraio del primo anno di applicazione (2022) restano in vigore le misure in essere alla data del 28 febbraio prossimo (detrazioni per figli minori di 21 anni e detrazione per famiglie numerose);
  • Per quanto concerne l’ulteriore detrazione per famiglie con quattro figli a carico, l’importo è riconosciuto per i soli due mesi di gennaio e febbraio 2022, pari a 200 euro complessivi equivalenti a (1.200,00 / 12) * 2 e spetta altresì anche se l’esistenza del quarto figlio si realizza in altri mesi del 2022 oltre a gennaio e febbraio (ad esempio, i 200 euro spettano anche se il quarto figlio nasce a settembre 2022).

Leggi anche: Familiari a carico, chi sono e quali detrazioni fiscali spettano. La guida aggiornata

Calcolo detrazioni figli a carico: Riepilogo detrazioni figli a carico fino al 28 febbraio 2022

Calcolo detrazioni figli a carico. Di seguito un riepilogo delle detrazioni annue in base alle regole in vigore sino al 28 febbraio 2022 (da precisare che gli importi devono essere divisi per dodici e moltiplicati per i mesi in cui il figlio è a carico).

FigliEtàImporto per figlio
1Inferiore a 3 anni1.220 * [(95.000 – RC / 95.000)]
Pari o superiore a 3 anni950 * [(95.000 – RC / 95.000)]
2Inferiore a 3 anni1.220 * [(110.000 – RC / 110.000)]
Pari o superiore a 3 anni950 * [(110.000 – RC / 110.000)]
3Inferiore a 3 anni1.220 * [(125.000 – RC / 125.000)]
Pari o superiore a 3 anni950 * [(125.000 – RC / 125.000)]
4Inferiore a 3 anni1.420 * [(140.000 – RC / 140.000)]
Pari o superiore a 3 anni1.150 * [(140.000 – RC / 140.000)]
5Inferiore a 3 anni1.420 * [(155.000 – RC / 155.000)]
Pari o superiore a 3 anni1.150 * [(155.000 – RC / 155.000)]
Oltre 5L’importo di euro 155.000 è aumentato per ogni figlio successivo al 5° in misura pari a 15.000 euro. Confermate invece le somme pari ad euro 1.420 e 1.150.

Peraltro, gli importi – base sono aumentati in misura pari a 400 euro per ogni figlio portatore di handicap (ai sensi della Legge 5 febbraio 1992 numero 104), nello specifico:

  • 1.220 euro (figlio di età inferiore a 3 anni) aumenta a 1.620 euro se il figlio è portatore di handicap;
  • 950 euro (età pari o superiore a 3 anni) aumenta a 1.350 euro se il figlio è portatore di handicap;
  • 1.420 euro (età inferiore a 3 anni e presenza di più di tre figli a carico con diritto alla maggiorazione di 200 euro) aumenta a 1.820 euro se il figlio è portatore di handicap;
  • 1.150 euro (età pari o superiore a 3 anni e presenza di più di tre figli a carico con diritto alla maggiorazione di 200 euro) aumenta a 1.550 euro se il figlio è portatore di handicap.

Detrazioni figli a carico dal 1° marzo 2022

Al contrario, dal 1° marzo 2022 la detrazione annua per figli a carico di età pari o superiore a 21 anni (da riproporzionare, come detto sopra, in base ai mesi in cui il figlio è a carico) si calcola in questo modo:

N° figliCalcolo detrazione per ciascun figlio
1950 * [(95.000 – RC) / 95.000]
2950 * [(110.000 – RC) / 110.000]
3950 * [(125.000 – RC) / 125.000]
4950 * [(140.000 – RC) / 140.000]
5950 * [(155.000 – RC) / 155.000]
Oltre 5L’importo di euro 155.000 è aumentato di 15.000 euro per ogni figlio successivo al quinto.

Leggi anche: detrazioni figli a carico 2022

Esempio busta paga

Esempio busta paga 2022. Mettiamo a questo punto a confronto una busta paga di marzo 2021 con una di marzo 2022, relativa ad un dipendente con:

  • Due figli a carico al 100% di età inferiore a 3 anni;
  • ANF equivalente ad euro 118,58 mensili (tabella 11 relativa ai nuclei familiari con entrambi i genitori ed almeno un figlio minore in cui non sono presenti componenti inabili, reddito pari a 30 mila euro, numero componenti 4).
Descrizione – 03/2021CompetenzaTrattenutaVoce figurativa
Retribuzione lorda (A)2.800,00
Contributi INPS c/dip (9,19%)257,32
Imponibile fiscale (C)2.542,68 (A-B)
IRPEF lorda (D)659,55
Simulazione reddito 2021 (C * 13 mensilità)33.054,84
Detrazione lavoro dipendente (E)67,58
Detrazione figli (F)142,23
Ulteriore detrazione (G)87,11
IRPEF netta362,63 (D – E – F – G)
ANF118,58
Netto2.298,63
Descrizione – 03/2022CompetenzaTrattenutaVoce figurativa
Retribuzione lorda (A)2.800,00
Contributi INPS c/dip (9,19%)257,32
Imponibile fiscale (C)2.542,68 (A-B)
IRPEF lorda (D)631,60
Simulazione reddito 2022 (C * 13 mensilità)33.054,84
Detrazione lavoro dipendente (E)124,93
Detrazione figli (F)0
Ulteriore detrazione (G)0
IRPEF netta506,67 (D – E – F – G)
Netto2.036,01

Ipotizzando che il lavoratore abbia presentato domanda di Assegno Unico (ISEE pari a 40 mila euro), l’importo mensile che questi percepirà (esente da trattenute INPS e tassazione IRPEF) corrisponderà a 100,00 euro complessivi per entrambi i figli.

L’importo in questione (sebbene corrisposto dall’INPS) sommato al netto di marzo 2022, porta le competenze complessive del mese ad euro 2.136,01.

Busta paga: ulteriori approfondimenti

Ricordiamo infine che da gennaio 2022, per effetto della Riforma IRPEF, sono cambiate anche Aliquote e Scaglioni IRPEFe sempre da gennaio trova applicazione lo sconto sui contributi a carico dei dipendenti sotto una determinata soglia di reddito.

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